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domenica 25 novembre 2012

"They can quit playing now, they have played the perfect game"

Di solito non è facile avere la percezione della grandezza di quello che ci sta succedendo intorno. Più spesso ci si rende conto della grandezza di quello che si sta attivamente creando, con i propri gesti, i propri slanci, i propri errori. Si ha una sorta di sentore che gli sforzi tuoi e di chi ti sta attorno stiano edificando qualcosa che rimarrà nel tempo.
25 novembre 1971, Owen Field di Norman, Oklahoma.
E' il giorno del Ringraziamento e si dovrebbe rimanere a casa a mangiare il tacchino, invece ci sono 62.884 persone in uno stadio che dovrebbe essere omologato per circa mille spettatori in meno. Ma sta per scendere in campo Nebraska, rankata #1 nazionale, e la squadra di casa Oklahoma, rankata #2, sta per iniziare una partita che definire sentita è ancora poco. In campo stanno per scendere diciassette (17) dei ventidue (22) migliori giocatori della Big Eight di quell'anno, in termini calcistici come se la nazionale si dividesse in due squadre e si giocasse lo scudetto. Nebraska guida la classifica nazionale come miglior difesa, Oklahoma guida la medesima come miglior attacco con una media di 472 yards su corsa a gara, mostruoso.
Sports Illustrated alla vigilia della gara pubblica una copertina-fotomontaggio dove il LB di Nebraska Terrio ed il RB di Oklahoma Pruitt sono di fronte. il titolo è "Irresistible Oklahoma Meets Immovable Nebraska". Quest'ultima viene da venti incontri vittoriosi, nella sua linea difensiva ci sono sette prime scelte della All-Big Eight selection, quattro che diventeranno All-American, e due vincitori dell'Outland Trophy (Jacobson e Glover). I ragazzi di casa, ed il loro attacco atomico, sono guidati dal QB Jack Mildren (più di mille yards su corsa, scelto poi dalla NFL come defensive back) ma soprattutto il candidato all'Heisman Greg Pruitt che porta una media di nove yard e mezzo. Tom Brahaney, futuro Hall of Fame, è il centro della linea offensiva.
L'ABC manda in onda in diretta la gara con 55 milioni di americani a guardarla, in palio c'è la vittoria nella Big Eight ma soprattutto la prima piazza nel ranking nazionale, in pratica una incollatura dal titolo di campione degli Stati Uniti. Solo le partecipazioni ai bowl sono già determinate: Nebraska andrà a Miami all'Orange, Oklahoma al Sugar a New Orleans.

La gara è altalenante ed atipica per le due squadre, con Nebraska che va a tabellone per prima grazie al RB Johnny Rodgers (Heisman Trophy l'anno successivo e giocatore del secolo di Nebraska) che ritorna in touchdown un punt da 72 yard. Il ritorno è uno dei momenti che segnano uno sport: Rodges slaloma tra gli avversari evitando persino un referee, volando sulla parte sinistra del campo tra il delirio della sideline. Forse Blahak, il CB di Nebraska, commette un blocco irregolare su Jon Harrison, ma gli arbitri convalidano. 7-0.
I treni dei Sooners non riescono a partire, massacrati da una difesa di Nebraska che alza decisamente l'asticella della competizione, Glover terminerà la gara con ventidue (ok, rileggetelo: ventidue) placcaggi nonostante abbia davanti un All-American come Brahaney.
I treni non partono? Dopo aver concesso il 14-3 agli ospiti è lo stesso Mildren che usa le gambe e il braccio trovando Harrison per il minimo vantaggio all'intervallo lungo 17-14.
Si ricomincia ed il running game che funziona inizialmente è quello dei Cornhuskers che si portano 28-17 ma i  Sooners riacchiappano la gara 31-28 con sette minuti e cinque secondi sul cronometro ed il kick off che porta la palla sulle 26 di Nebraska. Qui il qb degli ospiti Tagge trova Rodgers che corre fino alle 15 di Oklahoma, poi quattro portate di Kinney terminano nel touchdown che muove il tabellone sul 35-31 con due minuti alla fine. Due sack di Mildren nel terzo e nel quarto down dell'ultimo possesso mettono fine ad una gara che ancora più del titolo nazionale dell'anno prima, proietta Nebraska alle stelle come popolarità.

I Cornhuskers demoliranno Alabama all'Orange Bowl 38-6 e confermeranno il titolo nazionale, coach Devaney si ritirerà l'anno dopo, fresco di vittoria di nuovo all'Orange Bowl contro Notre Dame.

I Sooners, nonostante la sconfitta, batteranno Auburn al Sugar Bowl 40-22 e rilancerano il loro programma diventando contender fissi per il titolo nazionale per tutti gli anni '70 e parte degli anni '80.

La Nebraska del '71 sarà votata nel 1988 da The Sporting News "The Greatest Team of the Tweintieth Century". ESPN.com nel 2008 voterà Nebraska come "The best college football team of all time".

Dave Kindred dopo la gara scrisse sul Louisville Courier-Journal "They can quit playing now, they have played the perfect game."