Il 4 dicembre di ottant'anni fa, all'Universal Stadium di Portsmouth (conosciuto anche come Spartan Municipal Stadium), in Ohio, andò in scena la penultima gara stagionale degli Spartans, contro i campioni in carica di Green Bay, da cui avevano subito circa due mesi prima quella che al momento rimaneva l'unica sconfitta del torneo.
Tra Green Bay e Portsmouth non correva buon sangue dall'anno prima quando i Packers e gli Spartans si erano contesi il titolo al termine di una stagione fatta di 14 gare, e Green Bay, per bocca del suo presidente, L.H. Joanness, aveva chiuso la stagione senza giocare un match proposto dagli Spartans valevole come una sorta di gara per il titolo.
Tra Green Bay e Portsmouth non correva buon sangue dall'anno prima quando i Packers e gli Spartans si erano contesi il titolo al termine di una stagione fatta di 14 gare, e Green Bay, per bocca del suo presidente, L.H. Joanness, aveva chiuso la stagione senza giocare un match proposto dagli Spartans valevole come una sorta di gara per il titolo.
Potsy Clark |
Potsy era uno che evidentemente il two-platoon system non lo poteva nemmeno concepire, preferiva dar vita a quelli che venivano chiamati iron man game dove gli stessi undici uomini giocavano tutta la gara. E lo fece anche come dispetto a Green Bay che non gli aveva permesso fino in fondo di giocarsi il titolo 1931, alla sua prima stagione da allenatore di un team pro.
Quello che giocarono gli Spartans rimane uno degli iron man game più famosi della storia della lega, anche perchè la giovane franchigia dell'Ohio, che successivamente verrà trasferita in Michigan diventando quelli che sono ora i Detroit Lions, sconfisse inaspettatamente i Packers 19-0.
C'è da dire che, se anche avesse voluto cambiare i giocatori, pare proprio che Potsy non avrebbe avuto poi così tanta scelta: la rosa degli Spartans si aggirava attorno ai sedici giocatori. Tuttavia in quella squadra giocavano due All-Pro come Dutch Clark, TB-DB che guidò a fine stagione la classifica dei punti segnati con 55 e smise di giocare proprio quell'anno per andare ad allenare nel suo paese natale, il Colorado; e Roy Lee "Father" Lumpkin, dal fisico possente, che giocò in vari ruoli nel backfield e che a Georgia Tech era stato soprannominato, per la potenza, "Rambling
Wreck from Georgia Tech", ovvero come la Ford T mascotte del college. A loro aggiungiamo anche Harry Ebding, Right End, che giocò ben sette stagioni tra Portsmouth e Detroit; e Bill McKalip, Left End, che nei quattro anni di gioco come professionista mise assieme due selezioni come All-Pro.
I malva di Portsmouth grazie a quella vittoria giunsero a pari merito con i Chicago Bears (6-1 senza contare i pareggi), e costrinsero la lega a far disputare quello che gli Spartans avrebbero voluto organizzare già l'anno precedente: una gara di spareggio, che si può considerare il primo Championship della storia, in cui persero 9-0.
I malva di Portsmouth grazie a quella vittoria giunsero a pari merito con i Chicago Bears (6-1 senza contare i pareggi), e costrinsero la lega a far disputare quello che gli Spartans avrebbero voluto organizzare già l'anno precedente: una gara di spareggio, che si può considerare il primo Championship della storia, in cui persero 9-0.
La questione delle sostituzioni tenne lungamente banco nel football tra gli anni '30 e gli anni '40 fino all'introduzione definitiva delle sostituzioni illimitate durante la stagione del 1950. Ancora oggi c'è chi caldeggia il ritorno degli schieramenti stile calcio e rugby, che secondo i principali fautori porterebbero a minori costi e semplificazione del gioco, tuttavia appare abbastanza scontato che la specializzazione che raggiungono i moderni giocatori, non sarebbe più possibile con il ritorno all'undici contro undici, di conseguenza non potrebbero vedersi certi gesti atletici in dei giocatori che devono essere in grado di ricoprire ruoli diversi.
Ma si sa che ognuno ha la propria visione del giuoco, che dev'essere più o meno quello che deve aver detto Potsy Clark a Curly Lambeau dopo averlo sconfitto
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